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Free Wall: Parte Muri liberi anche a Parma recupero di spazi da destinare alla creatività urbana.


Premessa

Questa premessa non vuole giustificare in nessun modo l’atto deplorevole dell’imbrattamento dei muri che appartengono alla collettività. Ma darne una definizione chiara, più attenta e attinente al tema trattato è d’obbligo. Spiegandone il perché, ma tenendo presente che un fenomeno di questo tipo, dalle mille sfaccettature, non può concludersi in pochi passaggi. Essendo egli stesso un fenomeno sì fedele alla linea ma anche in continuo movimento, esposto a periodici ribaltamenti ed evoluzioni dati dai cambiamenti sociali e dal subentro di nuove leve che vanno a sostituire i componenti della old school.

Approfondimento

Le città di tutto il mondo, da molti decenni, sono impegnate nel cercare di contrastare il fenomeno delle tag e dei graffiti sui muri di edifici pubblici, monumenti, strutture urbane appartenenti alla comunità. I writers molto spesso vengono accusati di essere gli unici produttori materiali delle scritte vandaliche sui muri. Il fenomeno appartiene a un target molto più vasto e che non riguarda i soli aspiranti writers. L’individuazione è molto complessa e ramificata, anche per questo non è stato mai fatto uno studio approfondito sulla pratica delle scritte vandaliche che toccano aspetti socio psicologici anche di altra natura. Il fenomeno è stato trattato sempre in modo superficiale basato anche sulla scarsa conoscenza. Le scritte vandaliche si distinguono in due categorie: Da un lato gli scarabocchi, i segni fallici o riferimenti sessuali e pensieri politici o inneggianti all’amore e dall’altro le tag e i graffiti veri e propri che hanno una loro origine storico culturale.

L’unica cosa che potrebbe accomunarli è il bisogno di comunicare, più o meno consapevolmente, un disagio. C’è una sostanziale differenza però tra graffiti o tag e segni di altra natura. I veri writers o coloro che aspirano a diventare tali sono profondi conoscitori della cultura del writing ed estimatori della cultura hip hop o della street art in genere e non è loro prerogativa disegnare elementi fallici, messaggi politici se non attraverso una raffigurazione simbolica o iconica in cui l’ironia la fa da padrona. Tant’è che durante la loro ricerca e crescita creativa, dopo qualche anno, i writers abbandonano le zone centrali delle città, avventurandosi verso luoghi più periferici, meno accessibili e più impervi. Diventa sia un percorso di crescita personale che una ricerca di confronto e condivisione. Il vero writer impara presto i codici e i linguaggi tipici di questa pratica. Il senso del rispetto verso gli altri writers e del territorio in cui operano, della sana competizione, del riconoscimento nei confronti dei big o king o di quelli più bravi e della ricerca creativa verso soluzioni tecniche ed estetiche nuove e sorprendenti.

L’intento

L’associazione culturale McLuc Culture, con questo progetto, vuole proporre soluzioni alternative per contenere e convertire il fenomeno delle scritte vandaliche in qualcosa di positivo e costruttivo. Questione già affrontata e messa in pratica in altre città con un discreto successo e che, sulla base di queste esperienze, vuole farlo anche nella città di Parma. Per il progetto Free Wall sono stati individuati, con la collaborazione di volontari, soci, artisti, alcuni spazi che il comune potrà mettere a disposizione di coloro che vorranno esprimersi liberamente attraverso la propria creatività nel rispetto della legge e del decoro della città.

Target

Bacino d’utenza dai 10 ai 110 anni, uomini e donne con una maggiore presenza di uomini, la differenziazione negli ultimi anni si è assottigliata molto.

Categorie interessate: grafici, illustratori, fashion designer, designer, cool hunter, talent scout, studiosi d’arte contemporanea e moderna, studenti architetti, musicisti, fruitori di arte contemporanea e street artist, studenti d’arte e del settore creativo in genere, ricercatori, video maker, documentaristi, critici, giornalisti di settore, pubblico in genere in cerca di novità culturali, famiglie in genere, turisti culturali, osservatori, istituzioni, associazioni, commercianti del settore, e tanti altri.

Parma

Nella maggior parte dei casi si è dovuto intervenire con scarsi risultati ed inefficaci soluzioni, attraverso metodi repressivi e/o tramite interventi di ripulitura delle facciate. Soluzioni temporanee per venire incontro all’esasperazione dei cittadini che chiedono rispetto per la città in cui vivono. Parma non è immune da questo fenomeno e come le città di tutto il mondo è invasa da scritte e disegni di ogni forma e dimensione.  L’indignazione aumenta man mano che ci si avvicina al centro che con i suoi edifici storici subisce indiscriminatamente l’attacco di pennarelli e spray apparentemente senza senso.

Impatto sociale

Negli ultimi anni, in parallelo a questa pratica, si è sviluppata, in parte in modo naturale in parte voluta, una legittimazione verso la disciplina del writing e in particolare verso la street art. Nonostante writing e street art siano generati entrambi dallo stesso movimento culturale con codici, regole e punti di ispirazione simili, la street art riceve maggiore consenso e accettazione rispetto alla pratica del writing e si assiste a una conseguente e crescente sua valorizzazione artistica. L’esplosione del fenomeno ha diverse radici che richiederebbe uno studio a parte. Ma uno di queste radici riguarda il fascino che il mondo dell’underground, dal quale questa disciplina proviene, emette e fa presa sul bisogno costante di stimoli culturali e sociali nuovi. La cultura underground, specialmente nei grandi agglomerati urbani, ha da sempre alimentato questo bisogno, proprio come i fenomeni di moda. Consente nuove invenzioni culturali, nuovi linguaggi e fermenti creativi dati proprio dalle ambientazioni urbane, dai quartieri più degradati o in periferia o là dove maggiori sono i conflitti, meno forti i legami affettivi e le regole o il controllo sociale, favorendo, paradossalmente, una forte creatività ed esigenza comunicativa alternativa a quelle convenzionali. I giovani “creativi”, attraverso segni grafici e competizioni non violente, arrivano a firmare l’appartenenza a un territorio, a esprimere l’estensione del se o a protestare e sfogare un disagio. Gli sport urbani e la creatività urbana sono, in parte, la materializzazione di questa esperienza di vita, che si sviluppa per strada, a volte in solitudine, a volte condivisa in gruppo, nelle crew.

Sicuramente, in molti casi, si manifestano episodi di emulazione, anche da parte di giovanissimi apparentemente privi di disagio. O comunque non necessariamente provenienti da ambienti famigliari in difficoltà o provenienti da aree periferiche. Ma il bisogno di espressione, di differenziazione o di attenzione può prendere varie strade, la tag o i disegni sui muri, lì dove non è permesso e soprattutto lì dove nessuno ancora è passato o dove è necessario far notare la propria presenza e/o controllo del territorio, è una di queste strade. Il fenomeno di degrado urbano, seppur non condivisibile, ha comunque una sua motivazione che è necessario individuare per poterlo risolvere. Comprendere tale fenomeno permette di trovare soluzioni più efficaci che possano limitare i danni soprattutto su quegli edifici e su quelle strutture che dovrebbero essere salvaguardate. Ridurre sensibilmente i danni economici, a causa dei soldi della collettività spesi per ripulire facciate, panchine, segnali stradali, finestre, colonne, androni, strutture scolastiche, mezzi urbani, cancellate, cabine telefoniche, armadietti di centraline, stazioni ferroviarie, treni, etc.

Una forma di espressione

Per street art, con la diffusione legale di questo fenomeno, si intende, impropriamente, la realizzazione di opere sui muri dove il segno artistico sia riconoscibile dall’immaginario collettivo. In particolare con rappresentazione di soggetti figurativi, fumettistici o iperrealistici, in alcuni casi quasi fotografici o con effetti tridimensionali. Invece il writing, lo dice la parola stessa, è la realizzazione di segni grafici o lettering a volte in modo semplice a volte in modo elaborato, coloratissimo, strabiliante. Si utilizzano solitamente spray professionali per writers, pennarelli professionali, ma anche pennelli, rulli, stencil, stickers. Nella maggior parte dei casi il writer appone la propria tag, il suo segno, la sua firma, riconoscibile soprattutto dagli stessi altri writers.

L’applicazione del titolo di street art per il solo figurativo è riduttivo in quanto comprende tutto, se vogliamo anche in senso multidisciplinare, lì dove si incontra l’universo dell’hip hop e di cui il writing è considerato una delle discipline. Il writing, insieme alle altre discipline dell’hip hop, covava sotto la cenere sin dalla fine degli anni ’60, cenere di altri fuochi precedenti, riaccendendosi e incendiando tutto a partire dai primi anni ’70. Nessun’altra sottocultura emersa successivamente è riuscita a sormontarla, nemmeno il movimento punk che ha sconfinato nell’hip hop e non viceversa. Nessuna acqua sotto i ponti è riuscita a spegnere questo fuoco, anzi la sua fiamma arde ancora proprio sotto quei ponti. L’ambizione del mondo dell’hip hop e quindi della street art non è mai stata quella di farsi belli e di dover piacere e cercare l’accettazione. Le intenzioni sono altre. Comunicare, movimentare, condividere, competere costruttivamente, denunciare, socializzare, familiarizzare. Non è un caso se molte crew assumono la denominazione di family. Il fenomeno del figurativismo nella street art esploderà gradualmente più tardi. La street art in senso figurativo, come la si intende oggi, è figlia del writing e ne rappresenta la parte più accettabile, rassicurante e apprezzata perché immediatamente più riconoscibile. Per certi versi è anche una forzatura perché non totalmente sviluppatasi grazie a una evoluzione naturale.

Il bisogno e l’ambientazione

Tralasciando ulteriori passaggi che riguardano la descrizione della street art possiamo concludere questa breve e non completa panoramica riflettendo su uno dei passaggi chiave che collega la diffusione virale e incontrollata dei graffiti in tutto il mondo al bisogno di nuovi spazi. Potrebbe sembrare un controsenso, in realtà non lo è. Negli ultimi cento anni, le città, sono diventate centri di attrazione ma anche grandi contenitori. La loro crescita e veloce espansione ha generato affollamento e senso di solitudine. Ha generato grandi opportunità ma anche disuguaglianze sociali. Condizioni di vita migliori con spazi ricreativi, centri di aggregazione, luoghi di fruizione culturale. Ma non per tutti. Questo vuoto e queste disparità, accompagnato da un necessario controllo sociale, ha generato fenomeni di subculture urbane. Ha generato irrequietezza, bisogno di rivalsa, di superare il senso di asfissia, di compressione. La necessità di comunicare verso l’esterno, la mancanza di mezzi e di luoghi ha spinto molti giovani ad aggregarsi per le strade e in siti meno visibili. Nei casi più fortunati molti di questi giovani si son creati da soli i loro spazi creativi.

L’attività creativa è una delle forme attraverso cui le persone comunicano il loro pensiero. La propria protesta, la propria sensibilità interiore, la propria visione della vita, le proprie gioie o delusioni, la propria indignazione o il proprio amore. Privare un individuo del proprio bisogno di comunicare può essere frustrante e può generare conflitti che trovano sbocchi inaspettati e non sempre convenzionalmente accettati. Nei centri urbani non tutti i giovani hanno la possibilità o la volontà di condividere spazi convenzionali.

Forse, anche perché non ne viene condiviso il linguaggio espressivo, ideologico o lo stile di vita, o   semplicemente perché non ci si riconosce in certi ambienti. E’ opportuno ricreare spazi alternativi dove poter soddisfare il bisogno di esprimersi. Non sempre questo è realizzabile e non sempre è favorito, compreso o incoraggiato proprio da chi dovrebbe rispondere a questo bisogno.

Il bisogno di spazi autorizzati, da destinare alla creatività urbana è in costante aumento e sta spingendo molti Comuni a prestare maggiore attenzione a questo bisogno e di non sottovalutarlo. L’esperienza di mediazione tra creatività urbana e accettazione del fenomeno da una parte della popolazione è piuttosto complessa e non sempre priva di contrasti. Ma è anche il segnale che qualcosa sta accadendo e il passaggio verso l’accettazione di un “nuovo” canone creativo sta avvenendo, soprattutto la “normalizzazione” del supporto creativo lì dove i muri diventano spazi da colorare, superfici grigie da illuminare e rendere interessanti, meno noiose e anonime e monotone. Meno alienanti. Diventano musei, gallerie d’arte, laboratori e spazi espositivi a cielo aperto, accessibili a tutti senza barriere.

Lo sguardo che si posa su un’opera d’arte, su un muro mentre si cammina o ci si muove in autobus può riempire gli occhi e la città di bello, può solo arricchirci interiormente. Un avvenimento a cui non eravamo abituati e su cui, i tanto contrastati graffiti, ci hanno indotto a riflettere.

Perché

Individuare degli spazi da destinare alla creatività urbana è una opportunità per tutti. Per la città e per i cittadini che potranno assistere alla riqualifica di aree degradate, abbandonate o periferiche attraverso il contributo di writers e street artist. Il loro periodico presidio, attraverso mini eventi di street art potrà portare momenti di aggregazione e condivisione anche con gli abitanti della zona e non solo. Si educherebbero i giovani alla cultura del bello, al rispetto delle strutture urbane appartenenti alla collettività e utilizzare muri autorizzati per soddisfare il proprio bisogno di comunicare attraverso la creatività urbana. Si realizzerebbero musei a cielo aperto trasformando alcune zone svalutate in aree di interesse artistico. Si potrà stimolare il pubblico a comprendere che la creatività urbana non è solo un capriccio dato dall’età o dal disadattamento ma da una esigenza di comunicazione e soprattutto è una disciplina artistica di tutto rispetto, fruibile e praticabile a tutti i livelli e a tutte le età. In molti casi con opere di buon livello tecnico e artistico. Chiunque potrà avvicinarsi e decidere di provare con l’aiuto degli artisti presenti.

Free Wall e Hall of Fame

L’associazione culturale McLuc Culture, con questo progetto, vuole proporre soluzioni alternative per contenere e indirizzare il fenomeno dei graffiti verso qualcosa di positivo ed educativo. Questione già affrontata e messa in pratica in altre città con un discreto successo e che, sulla base di queste esperienze, intende farlo anche nella città di Parma. Per il progetto Free Wall sono stati individuati, con la collaborazione di volontari, soci, artisti, alcuni spazi che il comune potrà mettere a disposizione di coloro che vorranno esprimersi liberamente attraverso la propria creatività nel rispetto della legge e del decoro della città.

Il progetto vuole contribuire a ridurre il più possibile le scritte vandaliche su edifici, strutture urbane e monumenti, diminuendo l’impatto sulla città e stimolando chiunque verso la pratica legale della creatività urbana. In questo modo si favorirà la realizzazione di opere di buon livello su spazi autorizzati e aree controllate. I writers più giovani potranno approfondire la cultura del writing grazie al contatto diretto con professionisti, stimolando lo scambio, la condivisione e un approccio corretto con la pratica dei graffiti. E’ utile adoperare una modalità che tenga conto delle persone che animano la scena dei graffiti a Parma.

A questo proposito proponiamo una suddivisione in due categorie delle superfici destinate a diventare Free Wall. Una scelta determinata da una ricerca continua e da una lunga esperienza di collaborazione con molti artisti e dovuti alle dinamiche e agli aspetti tipici del mondo dei graffiti: Free Wall e Hall of Fame

Come si svolge

Il Comune di Parma, previa autorizzazione, affiderà all’associazione Mcluc Culture, muri di zone degradate, in disuso, centrali o periferiche. Le zone sono preventivamente individuate (vedi allegato A) e proposte al Comune di Parma che potrà valutarne la fattibilità. Saranno fisicamente riconoscibili grazie all’applicazione di apposite targhe, realizzate in materiali resistenti, con grafiche appositamente studiate riportante anche il logo dell’associazione e del Comune di Parma oltre all’indicazione del titolo di Free Wall ed eventuali riferimenti a cui rivolgersi in caso di richiesta di informazioni.

  1. McLuc Culture avrà la facoltà di autorizzare writers e Street Artist, obbligatoriamente iscritti all’associazione, a dipingere sui muri che il comune darà in gestione. L’autorizzazione avverrà mediante card nominative con validità a tempo determinato a discrezione dell’associazione. Verrà realizzato, comunque, un regolamento interno di buona condotta in modo da garantire la riuscita del progetto, la tutela di tutti gli aderenti al progetto e l’osservazione di regole comportamentali legate sia alla sicurezza che al rispetto del decoro urbano.

  2. Le zone target del progetto sono sottopassaggi, edifici, muri comunali, raramente muri appartenenti ad aree private. (Vedi muri di recinti condominiali o di aziende che si affacciano su aree pubbliche, parchi o strade di grande traffico, lì dove la manutenzione è difficile o compromessa). Gli stessi privati o lo stesso Comune o l’Associazione potranno proporre, in corso d’opera, muri ubicati in aree che intendono destinare a una riqualifica attraverso un intervento artistico.

  3. Con gli spazi concessi si potranno creare veri e propri musei a cielo aperto, di interesse artistico e culturale, trasformando muri vandalizzati e degradati in zone riqualificate e rese interessanti sia per i cittadini che per i visitatori della città di Parma.

  4. Le opere legali a differenza di quelle illegali, saranno molto più belle e curate, trasformando una situazione di disagio e di degrado in un luogo di interesse artistico e culturale rendendo la zona più rassicurante ed esteticamente più curata.

  1. Hall of Fame o zona A: zone piccole o a ridosso del centro con maggiore visibilità e che richiede maggiore attenzione per il rispetto del decoro urbano.

  2. Free Wall o zana B: zone più estese e periferiche, nella maggior parte poco visibili, in alcuni casi su aree di grande traffico o che necessitano di una riqualifica tramite l’intervento creativo.

Regolamento generale

  1. I muri della zona A saranno destinati ad artisti più qualificati e che si impegneranno a realizzare opere curate, tecnicamente e artisticamente di medio alto livello. In questo caso gli artisti aderenti dovranno fornire, all’associazione, preventivamente un bozzetto dell’opera che intenderanno realizzare. McLuc Culture si riserva di approvare o meno il bozzetto o di chiedere opportune modifiche in modo da garantire la resa qualitativa.

Darà in concessione il muro individuato o richiesto per una durata che va da un giorno o più giorni in base alla complessità della realizzazione dell’opera. La durata dovrà essere dichiarata durante la richiesta. Le opere saranno preservate per una durata da un minimo di 6 messi a un massimo di 12 mesi. In alcuni casi l’associazione potrà decidere di preservare l’opera per ulteriori mesi o per un tempo indefinito qualora l’opera venisse dichiarata di alto valore artistico.

  1. Alcuni muri delle zone B potrebbero essere destinati anche ad aspiranti writers e street artist dilettanti in collaborazione con artisti qualificati. Per alcuni muri della zona B, specialmente quelli meno esposti al grande passaggio, i bozzetti saranno graditi ma non obbligatori. Per la zona B i vincoli saranno più flessibili con una autorizzazione di mantenimento dell’opera di 6 mesi o di 12 mesi.

  2. McLuc Culture potrà organizzare, sia nella zona A che nella zona B, delle mini jam periodiche e opportunamente comunicate sia al Comune che agli organi competenti e dandone pubblica comunicazione tramite comunicati stampa.

  3. Gli artisti coinvolti saranno, per la maggior parte, individuati e invitati direttamente dall’associazione McLuc Culture. Per tutti dovrà essere garantito il rispetto del decoro urbano e il rispetto della sensibilità personale. Le opere non dovranno avere contenuti che fanno riferimento al fascismo, alla discriminazione razziale, sessuale, ideologica e religiosa, istigazione alla violenza, alla pedofilia. L’Associazione si riserverà di estromettere l’artista e in casi gravi di denunciare il fatto alle autorità competenti.

  4. Gli artisti dovranno possedere la tessera dell’Associazione Culturale McLuc Culture che garantisce di essere coperta da assicurazione per la responsabilità civile. Dovranno prendere visione del regolamento interno del progetto Free Wall, rilasciare apposita liberatoria da loro firmata. Se minorenni, età minima 16 anni, firmata da uno dei genitori. Al di sotto dei 16 anni potranno partecipare solo ed esclusivamente in presenza di uno dei genitori. Età massima senza limite. Gli artisti dovranno portare con se, obbligatoriamente, la tessera associativa e opportuna autorizzazione rilasciata. L’associazione e il Comune non saranno responsabili in caso di verifiche da parte delle autorità competenti per la non esibizione dei relativi documenti. A meno che non sia stata fatta opportuna denuncia in caso di smarrimento.

  5. L’Associazione McLuc Culture e il comune di Parma non sono responsabili di eventuali danni a cose o persone in caso di mancato rispetto delle regole minime sulla sicurezza.

  6. Gli artisti coinvolti, coadiuvati dall’associazione, dovranno tenere sotto controllo lo stato del muro e dell’area circostante. In caso di degrado successivo potrà chiedere di realizzare una nuova opera o cederla ad altro artista. L’associazione si riserva di decidere se concedere ulteriormente o meno lo spazio qualora ci fosse un numero eccessivo di richieste di partecipazione.

  7. L’Associazione privilegerà prima su tutti, indistintamente la partecipazione e il coinvolgimento dei già tesserati. Per chi ne farà richiesta solo successivamente all’inaugurazione del progetto rispetterà quest’ordine: Artisti locali e della provincia di Parma, a seguire dei comuni limitrofi, comuni più distanti. Solo per la zona A, in caso di spazi liberi sufficienti, si riserverà di privilegiare la richiesta di partecipazione da parte di artisti di livello tecnico e artistico alto o di fama nazionale e artisti stranieri, di passaggio e con una breve permanenza in città.

  1. Il progetto si prefigge di creare opportunità di aggregazione attraverso lo stimolo della creatività urbana. Stimolare la diffusione del turismo artistico con siti opportunamente mappati e percorsi appositamente definiti e segnalati anche tramite indicazioni stradali o attraverso il web. Darebbe un importante contributo a valorizzare alcune zone della città e attirando l’attenzione da parte di estimatori, studiosi, critici, galleristi, giornalisti, amanti della street art. Artisti italiani e stranieri. Darebbe opportunità ad alcuni artisti di esprimersi liberamente e di ottenere visibilità e opportunità di contatti per eventuali collaborazioni, ingaggi o contratti di lavoro. L’Associazione terrà un elenco aggiornato degli artisti con relativo curriculum, che previa autorizzazione, metterà a disposizione di chi ne farà richiesta.

  2. Questo regolamento non è definitivo e verrà integrato e completato da apposito regolamento ad uso di tutti gli attori coinvolti.

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